Il progetto della Tesla era pronto a partire ma, ora, con l’elezione di Trump cambia tutto. Musk ha già dato la sua opinione.
Era tutto pronto, ma poi la situazione si è evoluta e il dietrofront sembra essere ormai nell’aria. Il CEO di Tesla Elon Musk aveva puntato tanto su una nuova vettura e aveva anche individuato il Paese in cui sarebbe dovuta esser prodotta. Con l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, però, adesso può esser tutto stravolto.
Abbiamo visto un Elon Musk felicissimo per aver ricevuto la notizia dell’elezione di Donald Trump. Chissà, però, se il suo stato d’animo sarà lo stesso quando ufficializzerà il dietrofront dovuto alle politiche del neo-presidente degli Stati Uniti. Alcune restrizioni, infatti, minano la sua attività lavorativa, la quale ora potrebbe esser messa un minimo da parte anche per gli impegni politici che ha promesso di rispettare.
Ma la situazione era già preoccupante quando la Tesla aveva deciso di non produrre più le Model 2, auto a basso costo e che avrebbero potuto esser acquistate anche da una clientela meno ricca. Musk ha deciso di sostituire la produzione di esse con quella dei robotaxi Cybercab e ciò aveva già minato un progetto molto atteso, il Tesla Giga in Messico. “Dobbiamo capire come le cose evolveranno dopo le elezioni”, aveva affermato il CEO poco tempo fa (Fonte: Insideevs.it). Ora, però, si sa com’è andata a finire e tutto potrebbe cambiare repentinamente.
L’ingente investimento che l’azienda di Austin avrebbe dovuto effettuare in Messico sembra stia svanendo nel nulla. A preoccuparsi di ciò non poteva che essere il ministro dell’Economia locale, Marcelo Ebrard, il quale ha affermato di voler organizzare un incontro con Elon Musk per comprendere se vi siano ancora i presupposti per portare aventi il progetto Gigafactory della Tesla a Nuevo Leon.
“Trump metterà dei dazi pesanti sui veicoli che verranno prodotti in Messico”, ha affermato recentemente Elon Musk. Poi ha concluso, “Non ha molto senso investire tanto sul territorio messicano, ma vediamo come la situazione evolverà sul piano politico”.
La sensazione è che il numero uno di Tesla possa fare un dietrofront dopo che inizialmente erano già stati avviati dei lavori in Messico per l’attuazione del progetto, poi sospesi. L’annuncio avvenuto nel 2023 era stato ben accolto dai lavoratori messicani e anche dalle istituzioni. Il Gigafactory era stato approvato dai funzionari locali e aveva già ricevuto tutti i permessi per poter esser portato a termine.
I cantieri avrebbero dovuto esser conclusi nel 2024, ma la sospensione dei lavori ha preoccupato tutti. Infatti, la produzione della Model 2 avrebbe rappresentato il 3,6% del Pil nazionale e, anche per questo, Ebrard farà di tutto per salvare l’amicizia con Musk e poter sfruttare dei buoni uffici con Trump.
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