Uber rivoluziona del tutto le regole, con una nuova normativa che sta già facendo discutere e non poco chi vuole usare l’app.
Una volta per potersi muovere in modo rapido con un’auto non propria nelle città era normale richiedere l’utilizzo di un taxi. Oggi però i tempi sono cambiati, tanto è vero che sempre più persone hanno deciso di virare in modo deciso su di un’app come Uber, con questa che permette di mettersi rapidamente in contatto con un’automobilista che si mette a disposizione per il servizio di trasporto.
Un’app che già a suo tempo ha fatto molto discutere, considerando infatti come i taxisti devono pagare una licenza che è indubbiamente molto costosa e devono sottostare a una serie di regolamenti, mentre con Uber per tanto tempo non è stato così. Non sono mancati gli scioperi e le proteste da parte della categoria negli anni, ma ora si è trovato una sorta di equilibrio.
Per fare in modo tale che il mercato sia quanto più corretto possibile è necessario fare sì che vi siano delle regole comuni. Una di queste è per esempio legata alla durata nella quale un conducente può rimanere in strada prima di doversi fermare obbligatoriamente. Questo avviene perché si devono evitare colpi di sonno e ora anche chi usa Uber dovrà stare attento.
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini sta attuando una serie di cambiamenti del regolamento, con il Codice della Strada che sta per stravolgersi. Ecco che il 26 ottobre è stato firmato un nuovo decreto interministeriale 226, sia da parte di Salvini che da Piantedosi. Il problema è che nel decreto vi è un particolare foglio dei servizi elettronici.
Si tratta di un foglio nel quale saranno segnati i tempi di percorrenza effettuati dal conducente, con l’obbligo di dover attuare una pausa di 20 minuti tra una corsa e l’altra. Una scelta che sembra essere molto limitante nei confronti di chi svolge il ruolo di guidatore con Uber, visto che molto spesso i tratti sono brevi, alle volte anche minori di 20 minuti, il che darebbe dunque un vantaggio ai taxi.
Questo infatti è quello che ritiene l’associazione che sostiene la causa delle auto Uber. Questo foglio inoltre si fa sempre più complesso, visto come si dovranno compilare anche diversi dati, tra cui quelli del cliente, l’orario di partenza e di arrivo e il luogo di origine e destinazione. Lorenzo Pireddu, il general manager di Uber, non ci sta e di sicuro ci saranno delle evoluzioni.
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