Ufficiale il licenziamento di massa: il colosso dei motori gela tutti, dipendenti disperati

Un’ondata di licenziamenti travolge il colosso: oltre cento famiglie si ritrovano all’improvviso senza lavoro mentre chiude lo storico stabilimento

La tragedia era annunciata. Per un po’ di tempo abbiamo sperato che il problema fosse solo finanziario, che qualche taglio alle spese avrebbe risolto tutto. Ma così non è stato, e le lettere di licenziamento cominciano a fioccare, perché dietro ogni grande crisi aziendale c’è un effetto domino che colpisce decine di piccole realtà satelliti.

È proprio quello che sta accadendo nell’universo KTM. L’onda d’urto della crisi si propaga come un’eco tra le valli austriache, travolgendo prima i fornitori più fragili, poi quelli storici. Nessuno sembra al sicuro, nemmeno chi lavora nel settore da generazioni.

Il dramma della Vöcklabruck

La notizia è piombata sulla comunità locale: la fonderia Vöcklabruck chiude i battenti dopo 69 anni di storia. Oltre cento persone perderanno il lavoro, lasciando un vuoto profondo nel tessuto industriale della regione. Le lancette dell’orologio sembrano tornare indietro al 2022, quando l’azienda navigava in acque tranquille: 150 dipendenti, 32 milioni di fatturato, commesse importanti non solo da KTM, pure da colossi come BMW.

Chiusura definitiva
La fonderia al lavoro (VMH metall) derapateallaguida.it

L’ingresso di Pierer Beteiligungs GmbH con il 70% delle quote doveva rappresentare l’inizio di una nuova era. Le rassicurazioni di KTM Components AG suonavano convincenti: supporto economico garantito, stipendi sicuri durante il fermo produzione, prospettive di crescita all’orizzonte. Prospettive, e potevamo purtroppo temerlo, completamente tradite.

Gli stipendi arretrati sono rimasti sulla carta. I piani di ristrutturazione non sono mai arrivati sul tavolo. Le parole di Alexander Meinschad, dell’associazione KSV1870, sono una sentenza definitiva: chiusura immediata e liquidazione di quanto resta, sotto la supervisione del tribunale fallimentare.

Per KTM il colpo è durissimo. La Vöcklabruck non era un semplice fornitore tra tanti: rappresentava un partner strategico, custode di competenze tecniche raffinate in decenni di collaborazione. Mentre si rincorrono le voci su possibili investitori – con gli indiani di Bajaj in pole position – il gruppo perde un ingranaggio fondamentale della sua macchina produttiva.

Il timore serpeggia tra gli addetti ai lavori: questa chiusura potrebbe innescare una reazione a catena nell’indotto. Settant’anni di esperienza industriale si dissolvono nel nulla, portando con sé non solo posti di lavoro, anche un patrimonio di conoscenze tecniche costruito giorno dopo giorno. La perdita di fornitori specializzati come questo è un macigno sulla possibilità che KTM si riprenda e torni alla sua gloria.

Può darsi che a finire sia molto più di un’azienda. Ma un’intera epoca della passione motociclistica e del motorsport. L’ottimismo, purtroppo, non è il sentimento dominante.

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