Tutte le case automobilistiche sono molto preoccupate dalla strada intrapresa dall’Unione Europea: il rischio è davvero molto alto.
Il settore automobilistico sta vivendo un periodo particolarmente complicato, specialmente a causa delle scarse vendite delle auto elettriche. Queste nuove vetture hanno un prezzo ancora troppo elevato e i clienti mantengono parecchi dubbi sull’autonomia e sui costi di ricarica. Nonostante ciò l’Unione Europea non fa passi indietro: al momento è confermata la decisione già presa, ovvero lo stop alla produzione di auto con motore termico a partire dal 2035.
Proprio in queste ore è arrivata una notizia che riguarda un’altra scelta dell’UE che ha fatto parecchio discutere. Si tratta delle sanzioni stabilite dall’Europa – e dirette alle varie case automobilistiche – per lo sforamento del limite di emissioni di CO2 medie, sceso a 95 g/km dal 1 gennaio.
Wopke Hoekstra, commissario per il Clima, ha fatto capire che non ci saranno cambiamenti su questo sistema nel 2025 ma anche che la Commissione ne analizzerà attentamente l’efficacia. Le norme, come ha spiegato Hoekstra, non possono essere modificate per non andare a distorcere le condizioni di parità e porre alcuni produttori in svantaggio rispetto ad altri.
Unione Europea, scelta fatta: allarme per il settore auto
Lo stesso commissario per il Clima ha poi sottolineato che le case automobilistiche non devono puntare solo sulle auto elettriche per raggiungere l’obiettivo, ma anche su ibride o su auto di dimensioni inferiori. Tuttavia Hoekstra ha poi concluso il suo intervento nel corso dell’interrogazione sulla normativa Cafe precisando che nel 2026 “la Commissione esaminerà l’efficacia e gli effetti del regolamento“.
Da una parte un’apertura che fa ben sperare, dall’altra però la conferma che l’UE non ha alcuna intenzione di attuare una revisione anticipata della normativa, nonostante i vari allarmi. Tra questi anche quello di Luca de Meo, Presidente dell’Acea, che ha parlato di una possibile perdita di 16 miliardi di euro di capacità di investimento per l’industria automobilistica.
Ma a quanto ammonterebbe la multa in caso di sforamento del limite? La normativa Corporate Average Fuel Economy, meglio nota con la sigla Cafe, prevede che in caso di superamento della soglia di 95 g/km di emissioni di CO2 da parte di un proprio modello l’azienda in questione sia costretta a pagare una multa pari a 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente il limite. Un dato che poi va moltiplicato per il numero di auto vendute nello stesso anno nell’Unione Europea.