Vespa, l’iconico scooter non è mai stato così estremo: il risultato è da urlo

Il risultato dell’operazione è da urlo. L’iconico scooter Vespa non è mai stato così estremo.

La Vespa è uno degli emblemi dell’italianità dentro ai nostri confini quanto all’estero, quindi non sorprende che a mettere mano ad un suo modello per creare qualcosa di particolarmente accattivante e inatteso sia stato un customizzatore straniero. Pazzo per le due ruote, nel 2006 Jeremy Tagand ha deciso di dare vita ad un progetto dal nome Deus Ex Machina che, presto ha aperto officine in diverse città tra cui Milano.

Catturato, come molti, dal fascino dello scooter più famoso a marchio Piaggio, lo specialista ha intravisto l’opportunità di creare qualcosa di lontano dalla solita immagine che si ha di questo simpatico e pratico mezzo di trasporto amato dai centauri di tutte le età e per prima cosa ha deciso di stravolgergli il nome e chiamarlo “Don’t Panic” rifacendosi ad un romanzo di Douglas Adams.

La Vespa 300 Supersport cambia veste, ora sembra uno scooter per supereroi

“Guida galattica per autostoppisti” del 1979 è stata l’ispirazione per la Vespa 300 Supersport rivisita in un’ottica molto più aggressiva rispetto all’usuale. Diverse sono le modifiche apportare per rendere il veicolo più tenebroso. Ad esempio sono state eliminate le rientranze degli indicatori e del fanale posteriore per rendere più fluida la linea di connessione tra la sella e la coda.

Diversamente la targa è stata inserita sotto il parafango posteriore ed incorniciata dalle frecce firmate Kellermann, presenti anche anteriormente. Di particolare impatto le luci Kellermann Atto, ora sottilissime e integrate nelle fessure degli specchietti. Spicca inoltre l’ammortizzatore anteriore di serie sostituito da un sistema Yss Blackline regolabile e la scelta delle gomme Michelin.

La Vespa Don't Panic
La Vespa 300 Supersport cambia veste, ora sembra uno scooter per supereroi (Deus Ex Machina) – Derapate.allaguida.it

Per non snaturare del tutto il motorino, il propulsore non è stato toccato ed è  rimasto il monocilindrico originale, anche se per non rinunciare all’ammiccamento alle corse è stato adottato lo scarico Akrapovic con rivestimento in ceramica nera, così da rendere il suono più poderoso. Pure la tecnologia è stata rafforzata in diverse parti.

Su tutte il quadro strumentazione digitalizzato SIP, sono state inserite delle manopole Motogadget, mentre i pulsanti di controllo sono minimal. I toni scuri la fanno da padrone, dal faro a LED oscurato, alla vernice nera satinata della scocca, mentre la sella leggermente rialzata sfoggia un mix di Alcantara e pelle liscia traforata. Infine segnaliamo le le leve del freno e i cavalletto laterale verniciati a polvere.

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