Ursula von der Leyen si è confermata al vertice della Commissione Europea, una notizia a dir poco tremenda per l’Italia. Ecco perché.
Erano giorni di grande attesa per la politica internazionale, dal momento che il Parlamento Europeo stava per eleggere il nuovo Presidente della Commissione. Ebbene, Ursula von der Leyen è stata confermata nel suo ruolo con 401 voti favorevoli, una notizia che, come vedremo, in campo automotive è tutt’altro che favorevole per il nostro paese, con Fratelli d’Italia, il partito al Governo in Italia con Giorgia Meloni, che si era dichiarata contraria in sede di votazione.
Come anticipato, sono stati 401 i voti favorevoli per la rielezione della von der Leyen, mentre i contrari sono stati 284 e solo 15 sono stati gli astenuti, con 7 schede nulle a completare il tutto. Nelle prossime righe, andremo a spiegarvi il perché la rielezione della tedesca non sia affatto una buona notizia per il nostro paese, ed il tutto è ovviamente legato alle politiche green in tema automotive. A festeggiare è invece la Germania, che partirà da basi molto più solide per il futuro del proprio settore automobilistico.
Von der Leyen, perchè l’Italia ora farà fatica
Al termine di varie trattative, Ursula von der Leyen ha ottenuto nuovamente il ruolo di Presidente della Commissione europea, ed il risultato non era affatto scontato. Prima del voto, la politica tedesca aveva parlato alla platea del Green Deal e di tutte le politiche favorevoli alla decarbonizzazione entro il 2035, data in cui saranno bandite la produzione e la vendita di auto dotate di motore a combustione interna in territorio europeo.
Tuttavia, una differenza rispetto al passato, nel piano presentato dalla von der Leyen, c’è eccome, e riguarda la possibilità di puntare anche sugli e-fuel, ovvero sui carburanti sintetici, che daranno ancora linfa ai motori termici, che però non potranno più esseri spinti di benzine e gasoli tradizionali. A parere della Presidente, serve pragmatismo, innovazione e tecnologia per favorire una mobilità più sostenibile, in vista del raggiungimento di una neutralità climatica entro il 2050.
Da tutto ciò, chiaramente, esce distrutta l’Italia, che come Giorgia Meloni aveva dichiarato, puntava su differenze tecnologiche, in modo da non ritrovarsi con un sistema produttivo gravemente danneggiato. Ad oggi, il nostro paese è indietro rispetto alla Germania sulle nuove tecnologie, e sarà costretto ad una corsa contro il tempo per provare a ricucire lo strappo. La Germania voleva fortemente gli e-fuel, e li ha ottenuti con successo, e partirà da un netto vantaggio.