Puristi in rivolta, ma adesso è ancora più bella e scatenata. Yamaha stravolge anche la sua enduro più iconica.
L’opera di trasformazione è stata possibile grazie all’intervento di Rough Crafts, atelier di Taiwan il cui compito è proprio quello di dare un look più moderno e ardito alle moto più celebri. Nel caso che ha visto coinvolta Yamaha, è stata messa mano in maniera molto pesante, tanto da rendere il modello di base quasi irriconoscibile. Un vero colpo basso nei confronti dei puristi, già in rivolta per aver visto stravolto un simbolo della produzione nipponica.
Basta infatti osservare le sue forme per capire che si è passati da una “belva” aggressiva, ad una ancora con più carattere e capace di muoversi su ogni tipo di fondo con una grande agilità e dimestichezza. Dunque, se sul fronte dell’estetica è stata resa più bella, anche per quanto concerne le prestazioni non si è scherzato. E come avrete potuto capire, le prestazioni sono state molto migliorate per farla divenire una perla per pochi coraggiosi.
La Yamaha Ténéré cambia essenza, così l’iconica giapponese è diventata una Flat Tracker
Il progetto asiatico di cui parleremo è qualcosa si più complesso rispetto al classico ritocco in chiave restomod. Non per nulla è stata coinvolta la stessa Yamaha Taiwan la quale, in collaborazione con Faber Studio, ha deciso di dare nuova linfa alla Ténéré 700, una motocicletta a di poco simbolica per la Casa del Diapason. Ad accendere l’estro del customizzatore, il lavoro fatto da Estenson Racing sulla YZ450F, ma in questo caso si è andata in una direzione ancora più estrema.
Il restyling è partito dal telaio, con l’originale rimosso a favore di una variante in alluminio e dell’integrazione di carene da fuoristrada. Rivisto anche il serbatoio, ricostruito in maniera artigianale e con una capienza di 6,8 litri. Circa le dotazioni ci si è spinti su una strada più corsaiola o comunque premium, a partire dalla sospensioni Ohlins create ad hoc, fino ai cerchi Roland Sands Design. I freni sono della Beringer, il manubrio è a marchio Renthal, le pedane sono della Zeta e inoltre è stato inserito un velocimetro GPS della Koso.

Dal peso complessivo di 158 kg, si distingue per uno scarico celato dietro al portanumero posteriore, gomme Dunlop K180, il filtro dell’aria ADN e la catena RK Takasago. Chiudiamo dicendo che dispone di batteria al litio BS.