Stop alla produzione, la nuova city car dice già addio: decisione a sorpresa

La nuova city car che già aveva fatto impazzire moltissimi futuri clienti è stata bloccata in produzione. Ecco i motivi della scelta.

Il 2024 è stato l’anno della vera crisi automobilistica. Un periodo in cui moltissimi marchi di livello internazionale hanno segnato perdite e cali di vendite, un contesto dovuto a due fattori principali: l’aumento dei costi piuttosto consistente e la transizione ecologica voluta dai piani alti, che sta costringendo le case automobilistiche ad investire più nei veicoli elettrici che in quelli ad alimentazione classica.

In Europa c’è freddezza per quest’ultima decisione, visto lo scetticismo imperante riguardo alle vetture a batteria, considerate ancora poco affidabili e non comodissime, soprattutto nell’ambito del rifornimento. Basti pensare che Stellantis ha dovuto frenare la produzione a Mirafiori della Fiat 500e, proprio per lo scarsissimo riscontro tra il pubblico.

Tale crisi avrebbe colpito anche un altro segmento: quello dei quadricicli elettrici, vale a dire le tanto decantante microcar. Veicoli che in realtà stanno avendo riscontri positivi per chi vive in città e deve affrontare il traffico urbano quotidianamente. Lo conferma l’uscita sul mercato di vetture mini come Citroen Ami, Fiat Topolino e la Nissan Silence S04.

La microcar tolta dal mercato: grossi problemi per la Microlino

Un altro modello di quadriciclo elettrico che sembrava poter avere un determinato riscontro in Europa era arrivata dall’azienda svizzera Microlino, con l’uscita della Isetta in versione elettrica. Una microcar che si può guidare anche dai 14 anni in su e che mostra un design molto particolare, oltre a costi di gestione ridotti.

Microlino car
La microcar tolta dal mercato: grossi problemi per la Microlino (foto Microlino) – derapate.allaguida.it

Microlino però ha dovuto interrompere la produzione delle proprie vetture. Almeno temporaneamente, a causa della mancanza di componentistica. Ufficialmente il brand ha fatto sapere di voler riprendere il prima possibile, ma le notizie che arrivano dallo stabilimento Cecomp di Torino non sono granché buone. Il volume produttivo era sceso fino a 25 unità al giorno ed è crollato totalmente, fino ad azzerarsi.

Una situazione particolare, anche perché i quadricicli elettrici in Italia, a differenze delle auto EV, vantano ancora degli incentivi statali e dunque di un’agevolazione da parte del Governo. Il mercato potrebbe dunque essere in crescita, a patto che i costi e i consumi siano consoni a livello di produzione.

Uno dei difetti della Microlino è probabilmente l’elevato costo di vendita delle vetture. La L6e, guidabile dai 14 anni, ha un prezzo di listino di 17.900 euro, mentre la successiva L7e, solo per maggiorenni, costa 19.900 euro. Un segmento molto più caro rispetto alle concorrenti, visto che la Citroen Ami con gli incentivi scende fino a poco più di 6.000 euro.

Prezzi dunque elevati, difficoltà nelle ricariche elettriche, utilizzo limitato al contesto urbano ed a due passeggeri. Tutte queste ‘pecche’ rischiano di frenare l’upgrade di Microlino e sono alla base dello stop alla produzione.

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